lunedì 15 aprile 2024

All’erta!

Paski Lavedauren (autore sconosciuto)

Belkar, 1° enhor crescente (26 marzo)

I passeggeri della Ithaqua sono scesi per passare la notte in locanda. Uno di loro, Alain Berset, ha accompagnato il povero Paski a curarsi dall'intossicazione. Il Palco 51 fa la conoscenza degli altri componenti dell’equipaggio: Arthem, un nordan, è il sottoufficiale terzo in comando della Ithaqua; Rajele dalla pelle azzurra e occhi gialli è un marinaio older; Il Ruvido è un marinaio corpulento scontroso e insolitamente silenzioso o forse muto.

Lo spettacolo viene eseguito per soli cinque spettatori ma con l’impegno di tutti è un grandissimo successo nonostante la leggerezza del testo.

Durante il rinfresco offerto dopo lo spettacolo si tenta di allacciare contatti con l’equipaggio e vengono raccolte altre informazioni. Rajele è stata allontanata dal suo villaggio per il colore insolito della sua pelle e il conte l’ha presa con se. La stiva è carica di reperti e animali strani provenienti dall’isola di Tiwia. L’ingegnere della nave è una corporativa e ha il compito di far funzionare la nave venduta al conte Divini.

Qualche mese prima un componente dell’equipaggio è stato scoperto fare il doppiogioco con una associazione criminale che spacciava stupefacenti.

Rollo si rivolge direttamente al conte che si rivela essere una immensa fonte di conoscenze e un ottimo divulgatore, per un ora e mezza parla di sé e della sua missione di portare la cultura nel mondo affascinandolo enormemente e facendogli desiderare di partire con la Ithaqua...

Dopo aver verificato la chiusura degli oblò e preparato dei segnalatori di movimento il gruppo si posiziona per la sorveglianza. Autolycus si riposa per essere svegliato all’occorrenza, Leucosia va di ronda, Belletto presidia il molo, Jean Jaques il ponte, mentre Klik e Azlyn si occupano di presidiare l'accesso alla stiva. Rollo pensa di impedire l’uso della gru della nave e si barrica nella stanza dei comandi, ma invece di tenere gli occhi puntati sulla grata della stiva trascrive tutte le parole del conte nel suo diario.

Belkar, notte del 1° enhor crescente (26 marzo)

Alle 23 circa una figura barcollante con qualcosa in entrambe le mani si avvicina alla nave. Belletto nel tentativo di nascondersi scivola in acqua... Risalito sul molo si accorge che la figura è Paski con due secchi di frattaglie puzzolenti: il cibo delle bestie della stiva. Belletto ispeziona il contenuto dei secchi prima di farlo passare, ma salito sulla nave incontra Leucosia che giustamente sospettosa gli impedisce di nutrire gli animali mandandolo a dormire. Se qualcuno si introducesse nella stiva per razziarla almeno rischierebbe di venire assalito dalle bestie affamate da tre giorni di digiuno.

Rollo viene mandato a chiamare per disquisire della questione e il piccolo regista decide di svegliare anche Autolycus e radunati gli altri fa loro un discorso motivazionale spiegando che: 

La locuzione stare all’erta – o anche la semplice esclamazione all’erta! – alcuni ritengono nasca da una espressione del linguaggio militare che significava originariamente ‘stare su un’altura (per poter vedere in tempo l’arrivo dei nemici)’ e che poi ha acquisito il significato più generico di ‘stare attenti, vigili’. Si richiama il sostantivo erta che indica una salita con una forte pendenza, una costa scoscesa, o anche semplicemente un luogo in alto, un’altura. Occorre a questo punto fare alcune precisazioni sull’origine del sostantivo: come ha recentemente dimostrato da Toqueville (in “Lingua nostra” anno 78 dopo la rivelazione), l’espressione stare all’erta non indica esattamente lo ‘stare su un’erta’, ma lo ‘stare in posizione eretta’. Nel linguaggio militare l’espressione era usata in vari contesti, ma si è poi cristallizzata soprattutto nei richiami che si scambiano le sentinelle coi superiori come “All’erta!” – “All’erta sto!”: richiami che servono per verificare che la sentinella sia in piedi e non dorma. E infatti con il significato di ‘stare ben ritto in piedi’ l’espressione era in uso ben prima di entrare nel gergo militare. Quindi all’erta amici miei! 

Detto questo ritorna a barricarsi nella sua postazione.

Fine seconda puntata.


Diario a cura di Bastiano
Immagine (c) autore sconosciuto

lunedì 8 aprile 2024

Arte e sicurezza

Alissa Redwine (Lady Dimitrescu | Resident Evil by desenhista on ArtStation)

Belkar, 1° enhor crescente (26 marzo) dell’89° anno dalla Rivelazione di Dolgas

L’area messa a disposizione dall'ARCA (Accademia di Ricerca e Composizione Artistica) alla compagnia "Palco 51" non è molto grande, il palco misurerà 80 metri quadrati e la piccola sala accoglie una dozzina di posti, solitamente riservati a critici ed addetti ai lavori. Da un corridoio laterale si accede ad uno stanzone che viene solitamente usato come unico grande camerino.

Mentre la compagnia è intenta a effettuare le prove de “La locandiera” di Rollone, la porta si spalanca e la loro impresaria Alissa Redwine entra e si accomoda su una poltrona accendendosi una sigaretta su un lunghissimo cannello. Dopo aver assistito alla rappresentazione ed essersi complimentata con i suoi attori, invita tutti a seguirla per prendere una boccata d’aria, ma conoscendo l'impresaria c'è sicuramente qualcosa sotto.

Alissa conduce il gruppo al porto dove di fronte ad una nave attraccata c’è concitazione. Sale per conferire con gli occupanti e lascia la compagnia all’esterno, dove un capannello di astanti sta facendo confusione attorno ad un marinaio apparentemente ubriaco che vola per terra mentre un altro, dall’aspetto tipico del pescatore, ride sguaiatamente. Sulla spalla di quest'ultimo pende, tranciato, un enorme tentacolo.

Leucosia si informa dalla guardia della nave, un brone di nome Runcil, e viene a sapere che la nave appartiene al conte Aliberto Divini. Rollo è più interessato alla storia del tentacolo fuori misura e si avvicina al “pescatore” Alain Berset, che evidentemente non vedeva l’ora di raccontare la sua storia. Per giorni la creatura li aveva inseguiti mandandoli fuori rotta poi la avevano condotta verso un branco di squali che l’avevano sbranata e lui coraggiosamente le aveva dato il colpo di grazia staccandole un tentacolo. L’altro marinaio per scommessa ha mangiato il tentacolo avente evidentemente effetti allucinogeni.

Alissa conosce bene il conte Divini anche se non lo vedeva da diverso tempo e ha organizzato uno spettacolo teatrale per l’equipaggio direttamente a bordo, inoltre la compagnia dovrà occuparsi della sicurezza del carico.

La nave conta un equipaggio di sette marinai più il conte e il suo braccio destro; è moderna e al centro è parcheggiata una macchina volante che desta immediatamente l’interesse di Klik. Mettendo in acqua il velivolo si creerà spazio sufficiente alla rappresentazione. Con un breve giro di ispezione si identificano i due accessi alla stiva dove si consiglia di non andare se non per emergenze. Da sopra una pesante grata è rimuovibile da una gru e viene usata per effettuare il carico della nave, mentre da un corridoio laterale si accede con una porta per ispezione senza alcuna serratura. Gli oblò sono bloccati dall’interno. Il carico è prezioso e molto vario, in parte è vivo e “pericoloso” e potrebbe far gola a molti ladri su commissione. La maggior parte dei magazzini del porto è controllata dalla Mercantile Grigia, ma in città lavora anche il Sodalizio dei Leali Vigilanti, che però non svolgono solo servizio di vigilanza. Sono famosi per portare a termine il loro ingaggio senza accettare di essere corrotti da altri, cosa che si traduce in una sorta di racket... chi vuole stare tranquillo paga i Leali. La ARCA e Leali si pestano i piedi frequentemente...

Si decide di mettere in scena un loro cavallo di battaglia, "Il Cosmo nel Cointreau" e poco prima della rappresentazione Rollo fa il solito discorso motivazionale a favore della meno esperta attrice Leucosia e di chiunque voglia ascoltarlo:

Un giorno, il mio maestro di recitazione mi assegnò un compito particolarmente difficile: recitare un lungo monologo tratto da un testo antico, pieno di parole complesse e concetti astrusi.

...

Mi immersi nello studio del testo con zelo e dedizione. Passavo ore e ore a memorizzare le parole, cercando di capire il significato di ogni frase. Ma più studiavo, più il testo sembrava sfuggirmi, come se fosse scritto in una lingua sconosciuta.

...

Con il passare dei giorni, la frustrazione aumentava. Mi sentivo impotente di fronte a quel testo, convinto di non essere in grado di interpretarlo con successo. Ne parlai col mio maestro e lui mi disse che “la recitazione è come un viaggio, devi lasciarti trasportare dalle parole e permettere al personaggio di prendere vita dentro di te."

...

Mi suggerì di "non concentrarti troppo sulle parole, di comprendere il sentimento che si nasconde dietro ogni frase, di immaginare di essere il personaggio e di vivere le sue emozioni più profonde."

Inspirato dalle sue parole sagge decisi di approcciare il testo in modo diverso. Abbandonai l'idea di dover memorizzare ogni singola parola e mi concentrai invece sul significato generale del monologo.

Le mie parole fluirono naturalmente, cariche di emozione e intensità. 

...

Fine prima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Immagine (c) desenhista

lunedì 1 aprile 2024

Epilogo

Sunset rocks by Sergey Vasnev

Lucinda verrà interrogata con i metodi molto efficaci della Corporazione, ma sembra che abbia perso parte della memoria e non rivela nemmeno gli eventuali contatti della banda nella Corporazione. L’ombra deve aver preso il sopravvento su di lei ed una volta sparita si è portata via parte della sua vita.

I cavalcalupi non solo hanno assalito il presidio della Corporazione, ma anche il campo di fortuna intorno alla serra. In molti non ce l'hanno fatta, ed il capitano della guardia Selene Shurmak perde il braccio sinistro. Bastiano come promesso si mette a suo completo servizio, tuttavia la sua prima missione, trovare Ebaroth, si conclude con un nulla di fatto. La salute del capitano peggiora e Bastiano  la rimpiazza. Riesce a convincere la contessa ed organizza un drappello per mettere fine alla minaccia dei cavalcalupi. Wotan lo accompagna, intenzionato a piantare il seme della sua spada sulla montagna. Verranno dati per dispersi.

Diomira stipulerà un contratto con la città di Torana prestando il lascito di Shizuka per la ricostruzione. Col tempo verrà costruita anche la Chiesa del Nuovo Ordine sul terreno legittimamente acquistato. L'influenza del Nuovo Ordine farà molta presa su Torana tanto da attrarre nuovi pellegrini e diventare, dopo molti anni, la capitale del Nuovo Ordine.

Silvy, assetata di conoscenze, viene accettata di buon grado nei ranghi della Corporazione, soprattutto in virtù delle sue competenze sulla flora locale. Svelerà il segreto della megafauna, che si rivelerà una faccenda molto più complicata di quanto potesse sembrare.

Persa la vicinanza psicologica delle persone che tiravano fuori il suo lato migliore (Bastiano, Giannunzio, Carenna...), Rodrigo mette in atto il suo progetto di riempire lo spazio lasciato da Nico e la sua banda. Questo lo porterà ad avere conflitti più o meno aperti con Diomira, ma del resto fa tutto parte del business.

Giannunzio, con sorpresa di tutti, incassa il compenso e alla prima occasione si imbarca sulla Ithaqua per riprendere il suo viaggio verso mirabolanti avventure. Yelena dovrà far ricorso a tutte le sue tecniche Psicoscientifiche per non cadere nella depressione.

Aileen è molto turbata per l'accaduto, ma una nuova amica la aiuta a liberarsi dall'inquietudine: si tratta di Alona Ulrich, che però non ha grandi simpatie per Diomira ed anzi quando l'influenza di quest'ultima diventano troppo opprimente le due ragazze partono da Torana, intenzionate a stabilirsi in qualche sobborgo tranquillo nel continente. Le vere intenzioni di Alona si manifesteranno solo dopo alcuni mesi, quando sarà troppo tardi per Aileen per potersene sottrarre.

Fine.


Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine by Sergey Vasnev

lunedì 19 febbraio 2024

Arrivano gli orsi-talpa

Portrait by tiago Oliveira

Centro di Torana, metà mattino del 3° tehner calante (7 ottobre)

Il gigantesco pugno si abbatte sul gruppo impegnato con i cavalcalupi. Wotan, Silvy e Rodrigo riescono fortunosamente ad evitare il peggio gettandosi di lato, pur non restando illesi. Bastiano non tenta nemmeno di schivarlo. A terra restano decine di cavalcalupi ridotti in poltiglia, e Bastiano viene dato per spacciato, ma in verità la conchiglia rinvenuta nella giungla lo ha reso temporaneamente incorporeo ed oltre ad essere illeso ha anche ridotto le distanze con il gruppo di Nico.

Sotto la pioggia battente Romilda attacca Aileen con un pugnale dalla lama trasparente, ma non sembra intenzionata ad infliggere danni seri: forse vuole solo che lasci la presa mentale su Unghanei. Risponde alla domanda di Diomira dicendo che l’isola le ha detto in sogno di impedire il ritorno della grande oscurità. Aileen torna sulle proprie decisioni e tenta di ritrarre i tentacoli, ma si accorge di non poterlo fare: il dio felino ha preso il sopravvento sulla sua volontà. Fortunatamente Diomira riesce dove la volontà di Aileen fallisce, e con un potere nega i tentacoli di oscurità. Unghanei, trattenuta solo da Lucinda, riesce lentamente a salire di quota.

Ungharaf, dopo aver abbattuto la mano a terra, effettua una spazzata moltiplicando la distruzione già causata e coinvolgendo ancora una volta Silvy.

Si ode un boato nella parete rocciosa alle spalle degli assalitori: una mezza dozzina di orsi talpa fuoriescono dalla parete, e immediatamente dopo dai varchi lasciati fuoriescono potenti getti d'acqua. Alcuni tra i cavalcalupi delle retrovie vengono travolti e spazzati via, e l'acqua allaga rapidamente le vie della città.

Silvy scocca una raffica di frecce verso Lucinda facendole perdere la concentrazione. Wotan e Rodrigo affiancano Bastiano, mentre i cavalcalupi arrivano a minacciare Aileen e Diomira. La sacerdotessa dopo aver ordinato a Nimrod di portare in salvo Romilda vola veloce come il fulmine verso Lucinda. Aileen resta sola, e utilizza i suoi poteri per alzarsi in volo e sparire in una nube di oscurità. I cavalcalupi tentano di colpirla con le loro frecce avvelenate, ma invano.

Oramai in corpo a corpo con la banda di Nico, Wotan viene colpito alla nuca e tramortito, Bastiano gli si para innanzi e per difenderlo rinuncia alla protezione dell’incorporeità.

Ungharaf solleva la mano per un secondo attacco. Unghanei, ormai libera, sale rapidamente di quota. Lucinda fatica a concentrarsi e l’acqua ostacola i movimenti rendendo tutto più difficile. Diomira attacca Lucinda dall'alto scagliando dardi magici esplosivi. La donna, colpita in pieno petto, viene sbalzata indietro di vari metri e resta a terra priva di sensi. Nico urla la sua rabbia verso la sacerdotessa  che vola ad oltre dieci metri sopra la sua testa. Mancando di un'arma a distanza soppesa brevemente la spada per poi scagliarla con violenza, colpendo il bersaglio. E' solo grazie ad una barriera magica che Diomira evita il peggio.

I cavalcalupi sono sempre più in difficoltà per via dell'allagamento, ed iniziano a diradarsi. Il combattimento tra il gruppo e la banda di Nico infuria, e presto alcuni uomini del malavitoso cadono a terra.

Quando Unghanei arriva di fronte al volto di Ungharaf, questo si apre rivelando una cavità al suo interno. Lei vi prende alloggio ed il volto si richiude. Per un attimo tutto sembra fermarsi.

Ebaroth si guarda intorno e vedendo che la situazione sta volgendo al peggio decide di darsela a gambe.

Nico, inferocito, pur essendo disarmato carica Wotan e lo colpisce violentemente saltandogli addosso.

Ungharaf inizia a sollevarsi da terra e acquista rapidamente velocità. In una manciata di secondi supera le barriere del cielo e brilla in un enorme globo luminoso.

I cavalcalupi, in grave difficoltà per l’acqua e per l’intervento di vari animali selvaggi, al verificarsi di questo evento sono definitivamente messi in rotta e scappano come possono.

Nico e Nicomo combattono spinti da una rabbia cieca fino alla morte. Lucinda è svenuta. Gli unici scagnozzi di Nico che riescono a fuggire sono Smeraldo, Songan e il pericoloso Ebaroth.

Oltre alle grida dei cavalcalupi in fuga resta il suono della pioggia battente.

Fine settantunesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) tiago Oliveira

lunedì 29 gennaio 2024

La battaglia delle 5 fazioni

Nicomo and Ferro by Pavel Tomashevskiy

Centro di Torana, metà mattino del 3° tehner calante (7 ottobre)

Com’è possibile che il responsabile della sicurezza della corporazione sia stato sopraffatto dai cavalcalupi? Si chiedono i corporativi mentre corrono dentro nella speranza di riattivare il raggio. Sopraffatto o avrà tradito! Pensava causticamente Bastiano correndo con loro.

A raggio spento cala il silenzio e il cielo si copre di nubi scure, Diomira si alza in volo per controllare Ungharaf e tutti si tolgono da sotto, alcuni seguono i corporativi per dar loro manforte e ci si avvede che da nord sono in arrivo un gruppo di cavalcalupi seguiti da un gruppetto di uomini armati. Immaginando che si tratti della banda di Nico, Bastiano gli corre incontro a spada sguainata guadagnando una posizione più facilmente difendibile e comincia a falciare cavalcalupi che iniziano a tenersi a distanza dal guerriero furibondo e sanguinario. Giannunzio passa tra le gambe di Ungharaf che intanto inizia a scricchiolare e Silvy accende il suo arco che avvampa di fiamme. Diomira si prepara alla battaglia facendo un grande effetto scenico luminoso in cielo e Wotan sparisce pronto ad uscire dall’ombra per portare i suoi attacchi micidiali. Rodrigo vede che un gruppetto di umani sta facendo da scorta a Lucinda, riconosce Ebaroth, il Santo, Picozza e uno più grosso che sembra dare ordini forse Nico. 

Inizia a piovere e si sentono tuoni in lontananza, in cielo delle ombre che volano. Unghanei sorridendo inizia ad ascendere e Diomira evoca un gorilla di tre metri da lanciare nella mischia. Lucinda sta facendo qualcosa e dal centro della piazza escono dei tentacoli dei tentacoli di ombra (che ad occhi esperti sono differenti da quelli di Aileen) che afferrano Unghanei impedendole di alzarsi. 

Cavalcalupi continuano ad arrivare anche da altri lati e travolgono Rodrigo e Silvy. Rodrigo si fa strada menando fendenti ansioso di arrivare a tiro di lancia per abbattere Lucinda. Silvy disarciona un cavalcalupo e salta in groppa alla sua cavalcatura per raggiungere il gruppo di umani più velocemente.

Wotan cerca un punto sopraelevato e scocca frecce multiple ma Nico e gli altri si aspettavano l'attacco e il risultato è meno efficace del previsto. Ebaroth viene comunque ferito mentre il Santo e il Picozza sono fuori gioco.

Giannunzio vede volatili minacciosi intorno ad Ungharaf e non è chiaro da che parte stiano. Prende fuoco e corre verso la piazza. Nel far questo anche Silvy si incendia avendo più difficoltà a gestire la sua cavalcatura.

Nella mente di Aileen risuona la voce del dio felino che le intima di "prevalere" e di unirsi ad Ungharaf al posto diUnghanei. Non sa bene come reagire e tenta di visualizzare l’oscurità per accettarla… cade in trance e altri tentacoli di vuoto cingono l’essere volante stavolta trascinandola mezzo metro in giù e trasformando la sua espressione in panico incredulo.

Il gorilla si batte il petto e trotta verso gli umani e quando impatta sui cavalcalupi questi vengono sbalzati via dalle sue pesanti manate. Diomira si oppone ai secondi tentacoli, che sembrano i più forti, annullandoli.

Bastiano continua a correre ma come dal nulla compare un grosso energumeno che vuole fare i conti con lui per la morte di uno della sua banda. Bastiano vorrebbe raggiungere Lucinda ma scambia l’energumeno per Nico (che non ha mai visto) e accecato dall’ira si butta nello scontro. Il finto Nico che si chiama Nicomo lo colpisce e lo tiene a bada spingendolo indietro ogni volta, Bastiano è inoltre ostacolato dai colpi continui dell’orda dei cavalcalupi. 

Silvy sprona il suo lupo e riesce a raggiungere i compagni prendendo però qualche colpo.

Intanto un volatile si abbassa più degli altri e Unghanei con un urlo lo fa esplodere. In groppa aveva qualcuno che cade ai piedi di Diomira, sembra essere Romilda!

Wotan evoca uno sciame di insetti per intralciare le azioni del gruppetto di umani mentre Giannunzio inizia a far vorticare le macerie intorno a se portandosi al centro dello scontro e mantenendo più lontani i nemici impegnati a schivare sassate.

Nicomo decide di darsela a gambe dopo essere stato colpito da Rodrigo e appurato che Bastiano sta tornando alla carica per l’ennesima volta. Da dietro il gorilla arriva sbaragliando cavalcalupi e scavalca con un balzo i due guerrieri.

Diomira spezza gli altri tentacoli  e Unghanei inizia ad ascendere nuovamente. Aileen si avvede che Ungharaf sta caricando il suo pugno e decide di trattenerla nuovamente. Nel mentre Romilda si rialza e comunica a Diomira che ha fatto dei sogni e la donna delle tenebre (Lucinda) non deve unirsi al colosso.

Bastiano, Rodrigo e Silvy resistono alla nuova carica dei cavalcalupi. Bastiano sa cogliere l'attimo e riesce ad accorciare le distanze.

Nello stesso momento Ungharaf abbassa il maglio che si abbatte su...

Fine settantesima puntata.


Diario a cura di Bastiano
Immagine (c) Pavel Tomashevskiy

lunedì 11 dicembre 2023

Campioni, armi e dèi

Destroyer Beam Mounted Weapon by Sherif Habashi

Torana, sera del 3° ahoer calante (6 ottobre)

Prima di riposare Bastiano cerca il capitano Shurmak per comunicarle che una volta sconfitto il colosso di Tiwia si sarebbe messo a sua completa disposizione. Il capitano accoglie le intenzioni di Bastiano con freddezza, probabilmente perché sfinita dalla dura giornata di lavoro.

Diomira diffonde la parola di Tiretsu-keru nell'accampamento, ma si rende conto che in molti le riservano un atteggiamento freddo quando non addirittura ostile: anche qui sembra aver attecchito la convinzione che l'attacco del colosso sia stata conseguenza dell'arrivo del culto nell'isola.

Silvy passa la sera a costruire archi e frecce da mettere a disposizione per difendersi dai cavalcalupi. Rodrigo scruta la città alla ricerca di segni di vita, e individua dei movimenti nei pressi delle case in costruzione (o meglio quello che ne resta dopo l'attacco del colosso).

Wotan si isola per pregare gli dèi della natura. Lo fa con tale trasporto che cade in trance e percepisce la volontà dell'isola ad aiutarlo, pur essendo ferita. Questa zona del bosco è come una ferita aperta che non riesce a rimarginarsi, probabilmente a causa dello sfruttamento intenso da parte dei Toranesi.

Per la prima volta dopo molti giorni il gruppo si concede una notte di sonno senza doversi preoccupare di dover stabilire turni di guardia.

Torana, mattino del 3° tehner calante (7 ottobre)

Al risveglio ci si rende conto dell’immensità di Ungharaf: circa duecento metri di altezza, un nemico contro cui nulla possono fare gli uomini. L’unica possibilità è che la creatura volante sia in grado di neutralizzarlo.

Diomira si propone di prestare soccorso ai feriti ed ai bisognosi, ma scopre che c'è una bella ragazza dai capelli neri ad aver assunto il ruolo di cerusico e farmacista. Si risolve allora di aiutare nella preparazione del primo pasto della giornata.

Un paesano ferma il gruppo intenzionato a scendere a Torana chiedendo i loro nomi: è una procedura stabilita dal primo soldato Tiralonga per conoscere le possibili vittime nel caso in città avvengano incidenti. In quell'occasione Skidso si ricorda che la "creatura volante" secondo la cultura dei cavalcalupi viene chiamata Unghanei.

Centro di Torana, metà mattino del 3° tehner calante (7 ottobre)

Arrivati in piazza ci si rende conto della distruzione: crateri e case crollate ovunque. L’emporio, la mensa e l’oppieria sono stati completamente distrutti, l'edificio del fabbro e la chiesa solo parzialmente danneggiati. La serratura della stanza di Bastiano è stata forzata e le sue armi rubate.

Wotan corre alla fattoria per accertarsi delle condizioni del maiale ipertrofico, e quello che trova non è un bello spettacolo: il suo arrivo mette in fuga dozzine di gabbiani che stavano pasteggiando con i resti dell'enorme carcassa.

Bastiano e Rodrigo, decisi a saldare i conti con Nico, cercano segni di vita nei pressi dell'oppieria, ma falliscono nei loro intenti e dopo poco non resta loro che riunirsi al resto del gruppo.

Diomira e Aileen esaminano Ungharaf da vicino. Non sembra essere un naga, ed anzi nel corpo di pietra sembrano essere incastonati minuscoli cristalli che si illuminano debolmente di azzurro all’avvicinarsi di Diomira. Pare che a farli reagire sia la chiave che la prima sacerdotessa porta con sé, e quindi sono probabilmente dello stesso materiale della cometa. Aileen cerca indizi su come neutralizzarlo ma senza successo, tuttavia sente agitarsi dentro di sé la presenza del dio felino, probabilmente pronto a scontrarsi col gigante. La natura, il dio felino e Unghanei sembrano essersi schierati contro il distruttore ma non è ben chiaro chi siano i loro campioni.

Il gruppo accede alla Corporazione liberamente, tuttavia Weng-Xi, l'addetto alla sicurezza, appare loro vicino ricordando che Aileen non dovrebbe essere in città.

Trovano il prof. Wallenban e l'ing. Frontogru alle prese con un macchinario. L'ingegnere sottolinea con un tono preoccupato quanto poco sia opportuna la presenza di Aileen in città. Wallenban fa da mediatore e dice che ora che è qui non sarebbe educato farla allontanare, anche perché non è stata notata alcuna interferenza, ma l'ingegnere lo corregge dicendo che ci sono state eccome, e proprio dalla sera precedente quando il gruppo è arrivato a Torana. Yelena ammette di essersi dimenticata e chiede scusa per la sua mancanza di professionalità.

L'ing. Frontogru spiega che il macchinario emette un raggio in grado di assorbire l'energia del colosso, ma egli ne genera molto più del previsto, tanto che non è possibile dissiparla tutta ed entro pochi giorni il macchinario rischia di esplodere. Non è possibile spostarlo in quanto costruito in tutta fretta su una torretta fissa. Spegnere momentaneamente il raggio - magari per far dissipare parte dell'energia accumulata - si rivela essere troppo pericoloso in quanto se Ungharaf dovesse spostarsi fuori dalla portata di tiro del macchinario sarebbe impossibile immobilizzarlo nuovamente.

Diomira parla di Unghanei, che è rimasta ferma ai margini della piazza della città. I due corporativi accompagnano il gruppo per vederla da vicino ed analizzarla. Mentre Wallenban fa domande sul comportamento di Unghanei, dal presidio arriva l'acuto suono di un allarme, e dopo pochi istanti il ronzìo ed il raggio si interrompono bruscamente. Pare che i cavalcalupi che nei giorni precedenti hanno tentato inutilmente di attaccare il presidio siano riusciti in qualche modo a penetrare e fermare il macchinario.

Più in alto, tetri scricchiolii di roccia preannunciano il risveglio di Ungharaf...

Fine sessantanovesima puntata.




Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus
Immagine (c) Sherif Habashi for Microsoft


lunedì 27 novembre 2023

Il risveglio del gigante

DAREV JUNGBAU by Ricardo Padierne Silvera for SIXMOREVODKA STUDIO

Giungla di Tiwia, 3° ahoer calante (6 ottobre)

Lungo il sentiero per Torana vengono trovate ed evitate altre trappole senza troppi problemi, finché Bastiano e Rodrigo si accorgono che più avanti è in corso una schermaglia, probabilmente tra cavalcalupi ed umani. I primi guizzano ai margini del bosco scagliando piccole frecce avvelenate a quello che sembra un accampamento. I difensori impugnano armi di fortuna e stanno avendo la peggio: quando tentano di attaccare un cavalcalupo questo fugge via mentre gli altri se ne approfittano per scagliare frecce.

Dopo essersi avvicinati quanto basta Diomira apre un portale direttamente alle spalle del capo degli assalitori. Wotan sparisce nella giungla mentre Rodrigo e Bastiano si apprestano ad attraversare il portale. Il capotribù si accorge del portale e fa per muoversi verso Diomira, ma Aileen con uno sguardo ed una frase instilla un pensiero terribile nella sua mente facendolo urlare di dolore. Rodrigo se ne approfitta per ferirlo in modo doloroso. In quel momento la cavalcatura si frappone il cavalcalupi, ed azzanna le caviglie del Ferretti. La creatura sbarra la strada anche a Bastiano, che però impugna la spada a due mani e con tutta la furia uccide prima lui e poi il suo padrone.

Diomira tenta di disarcionare un altro assalitore, ma riesce solo ad attirare l’attenzione su di sé. Rodrigo lo carica, costringendolo a focalizzarsi su di lui. Wotan usa i suoi semi infuocati per attaccare quattro cavalcalupi: sottili strisce di fuoco tracciano archi nel cielo e concludono la parabola addosso agli avversari che avvampano. Fuggono, ma le fiamme li divorano in pochi secondi. L'attacco si interrompe, e solo uno degli assalitori riesce a mettersi in fuga.

Bastiano immediatamente fruga i caduti per recuperare armi e frecce da passare ai coloni per difendersi. Nell'accampamento ci sono alcuni volti noti, tra cui Arkkon. E' stato ferito durante lo scontro e mentre viene curato racconta cosa è accaduto a Torana: una notte di due settimane prima il faraglione si è risvegliato ed ha attraversato Torana distruggendo tutto quello che ha incontrato. Dal presidio della Corporazione è stato attivato un macchinario che lo ha bloccato. La città è stata dichiarata insicura e la popolazione si è stabilita nella giungla dove lotta giorno per giorno per trovare di che sostentarsi. Qualcuno è rimasto in paese, mentre alcuni personaggi di rilievo si sono stanziati nella serra appena fuori Torana. I cavalcalupi hanno approfittato della situazione per attaccare gli accampamenti. Di Nico e la sua banda non sa nulla: Bastiano non vede tatuaggi dell’ancora che ha visto sugli sgherri che ha affrontato.

Forse a causa della figura volante che accompagna il gruppo, Diomira si accorge di sguardi ostili nei suoi confronti e ritiene che un sermone possa migliorare la situazione. Tuttavia un pescatore, tal Marcello Schiatta, si dimostra ostile e la accusa di aver portato sventura a Torana. Secondo la filosofia di Diomira “le fiammelle vanno spente subito per evitare che appicchino un incendio”, e intimorisce il pescatore facendo sfoggio di tutta la sua aura minacciosa.

Wotan si accorge che le risorse della zona sono quasi esaurite, e dà a Arkkon alcuni consigli di sopravvivenza. Diomira e Bastiano lasciano alcune delle loro razioni di cibo al campo.

Interrogata in merito, Yelena conferma che l’ing. Frontrogru aveva notato delle fluttuazioni di energia nel faraglione, poco prima della partenza del gruppo, e potrebbe aver preparato qualcosa per fronteggiare la minaccia.

Torana, sera 3° ahoer calante (6 ottobre)

Dopo aver superato un altro accampamento, più grosso del precedente ma nella stessa situazione, il gruppo arriva a Torana. Oltre al ciglio del dirupo, al centro della baia dove sorge Torana, nel buio si scorge un'enorme sagoma. Dal presidio della Corporazione irradia un debole fascio di luce violacea che arriva alla testa del gigante. In lontananza si sente uno strano ronzio.

La serra è ben più illuminata di come l'avevano vista l'ultima volta, ed il piazzale antistante è presidiato di guardie. Il primo soldato Tiralonga accoglie il gruppo e subito sono raggiunti da Lord Pendelton ed il professor Velkan della Corporazione. La discussione continua all’interno, dove però ci sono segni di tensione tra Diomira ed i due uomini. Sono accolti un una saletta interna dove li attendono anche la Baronessa Ellaria, la dottoressa Dimitrescu, la lettrice Qualhata ed il segretario Benson. Il capitano Shurmak è di ronda per carenza di personale.

Il prof. Velkan spiega che il gigante è stato immobilizzato grazie ad un dispositivo che ne assorbe l’energia, tuttavia non è possibile dissiparla abbastanza velocemente ed il rischio che si sovraccarichi aumenta ogni giorno. Non è certo che riesca a reggere prima dell'arrivo della Ithaqua, ma in ogni caso l'imbarcazione non sarà in grado di mettere in salvo tutti. Il sovraccarico del dispositivo potrebbe portare ad una potente deflagrazione in grado di distruggere gran parte della città. L'unica consolazione è che un'esplosione del genere probabilmente distruggerà anche il gigante - ma anche di questo non c'è garanzia. La teoria di Velkan è che, prima di essere immobilizzato, il gigante si stesse dirigendo verso la zona più popolosa di Torana. Occorre parlare con Frontrogru - che è al presidio - per capire se il raggio potrebbe avere effetti deleteri sulle persone o sull’arma inviataci dagli dei - così viene chiamata la donna fluttuante.

Fine sessantottesima puntata.



Diario a cura di Bastiano
Revisione a cura di Ohmnibus